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Vampire Survivors

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Quando si parla dell’Italia nell’ambito di sviluppo di videogiochi, spesso e volentieri sono i miei cari conterranei ad alzare per primi le sopracciglia, avendo già caricato la gola con le munizioni che conosciamo fin troppo bene: “non siamo capaci”, “non abbiamo le risorse”, “non abbiamo le competenze”, “qua tutto fa schifo”. L’evidenza empirica dà spesso ragione a questa “self-fulfilling prophecy”, ma non ci sono delle eccezioni. È sicuramente questo il caso dello studio indipendente poncle, che ha creato un vero e proprio fenomeno di culto con il titolo Vampire Survivors.
In origine, ho avuto la malsana idea di provare il gioco su telefono. Forse mia poca propensione a giocare su dispositivi mobili, forse l’antipatica sensazione di essere forzato a guardare ads in continuazione per massimizzare il guadano di monete, mi hanno portato ad abbandonare il gioco molto in fretta, non dandogli il tempo di mostrarmi il suo potenziale.
Successivamente, però, ho avuto modo di provarlo su PC, e la mia prospettiva è cambiata radicalmente. Innanzitutto è più facile capire cosa sta succedendo a schermo, con una fluidità di controllo che semplicemente non è ottenibile su un telefono. C’è da dire che la grafica continua a rimanere volutamente semplice ma, con l’eccezione delle parti finali delle run, estremamente caotiche, tende ad essere piuttosto leggibile. In secondo luogo, ho scoperto il multiplayer locale, permesso dal supporto a Remote Play, che ha reso l’esperienza di gioco molto più divertente grazie al coinvolgimento degli amici. Anche loro, come me, si sono presto resi conto di quanto fosse appagante riuscire a sopravvivere a orde di nemici sempre più forti, potenziando il proprio personaggio con armi e abilità sempre più appariscenti fino a diventare una vera e propria macchina da guerra.
Una formula abbastanza semplice, ma gestita in maniera magistrale, che nonostante il rischio altissimo di ripetitività, riesce a rinnovarsi grazie a un enorme pool di contenuti, siano essi personaggi, armi, abilità o mappe.
Forse è proprio questo l’aspetto che più mi ha colpito piacevolmente. Mi sarei aspettato un gioco divertente, si, ma no particolarmente longevo, profondo o ricco di segreti. E invece mi ritrovo sempre a scoprire qualcosa di nuovo che mi incuriosisce e mi spinge a continuare a giocare.
Inoltre, il fatto che ogni run ha un timer prestabilito di 30 minuti dà un idea chiara al giocatore di quanto tempo durerà la sessione, non fosse per il fatto che una run tira l’altra.
Infine, non posso non menzionare, con un orgoglio Italiano malcelato, che il gioco presenta una gran quantità di giochi di parole e riferimenti alla cultura italiana, tutti molto azzeccati e che strappano un sorriso a chiunque li colga. È davvero piacevole giocare un titolo in lingua originale quando questa è anche la propria lingua madre.


In breve:

Vampire Survivors è un gioco di sopravvivenza arcade in cui il giocatore deve resistere a ondate di nemici sempre più forti, potenziando il proprio personaggio con armi e abilità. Non è facile spiegare perché questo gioco sia così divertente, ma quando, dopo aver faticato ed essere stati cauti nell’early game, si diventa infine un confuso ammasso di laser, numeri, e qualsiasi strano effetto visivo si possa immaginare, quella primeva soddisfazione di vedere cose che esplodono a schermo raggiunge il suo apice. La semplicità del gameplay va a combinarsi con una inaspettata e originale varietà di contenuti e segreti da scoprire. Inoltre, il gioco è ancora più divertente se giocato con gli amici.


Pro:

  • multiplayer divertente
  • quantità di contenuti di gran lunga superiore a ciò che ci si aspetterebbe
  • gameplay semplice ma incredibilmente appagante
  • grafica semplice ma funzionale
  • titolo dal midollo italiano che lo sfrutta al massimo

Contro:

  • l’early game può essere un po’ noioso e lento
  • quando le cose si fanno troppo caotiche, gli oggetti a schermo diventano indistinguibili