Non posso dirmi un grandissimo fan dei roguelike più puri, dove ogni run è unica e non c’è progressione.
Tuttavia introdurre delle carte nell’equazione ribalta completamente la situazione, trasformando un titolo sul quale non avrei speso più di qualche minuto in un time sink di ore e ore.
Mi è già capitato con Night of the Full Moon, che mi ha addirittura spinto a cambiare telefono, dal mio vecchio S3 neo al mio precedente A40 solo per poterci giocare decentemente.
Sebbene sia molto più che un roguelike di carte, anche Inscryption ha rinnovato il mio interesse per il genere.
Finalmente è arrivato anche il turno di Slay the Spire, il titolo che è fra i più famosi e apprezzati del genere.
Forse questo è proprio l’unico neo che non me lo ha fatto apprezzare come avevo preventivato: le aspettative erano fin troppo alte.
Nonostante questo, ho speso un’intera giornata di viaggio, da Newcastle alla Sicilia, giocandoci in ogni momento libero, in treno, all’aeroporto e in aereo.
In realtà, il gioco è molto ben fatto, solido e pulito in praticamente tutte le sue sfaccettature.
Ci sono quattro personaggi giocabili, ognuno ulteriormente specializzabile in diversi archetipi più o meno efficaci.
Una vasta gamma di carte e reliquie permettono di personalizzare ulteriormente il proprio play-style in base alle proprie preferenze (e fortune nella run).
Ed ovviamente, alla fine di una buona run ci si sente piacevolmente in controllo della situazione, riuscendo talvolta a rompere completamente il gioco con combinazioni praticamente imbattibili, immancabili in un titolo del genere.
Il complimento migliore che posso fare a Slay the Spire è che capita spesso di entrare in un loop in cui uno scontro tira l’altro, e in men che non si dica si è arrivati al boss finale, senza nemmeno rendersi conto di quanto tempo sia passato.
Le uniche cose che non mi hanno convinto fino in fondo sono l’art-style, funzionale ma non particolarmente accattivante, e la varietà di boss e nemici, che non riesce a reggere il passo con il numero esagerato di run che un qualsiasi giocatore che apprezza il titolo si troverà a fare.
In breve:
Slay the Spire è un titolo che, da quello che mi è sembrato di capire, ha dato nuova linfa vitale al genere dei roguelike di carte. Il suo successo è assolutamente meritato, grazie ad un gameplay solido, pulito e ben congegnato, una vasta gamma di carte e reliquie e una rigiocabilità praticamente infinita. Anche se mi sarebbe piaciuto un po’ di varietà in più in termini di nemici ed eventi, il giudizio finale è assolutamente positivo. Conoscendo i fan del genere (facendone parte io stesso), mi sento solo di consigliare di tenere d’occhio l’orologio di tanto in tanto…
Pro:
- la quintessenza del roguelike di carte, senza fronzoli
- un ottimo numero di carte e reliquie
- parecchie combinazioni di personaggi e archetipi da provare
- estremamente rigiocabile, con sfide giornaliere e modifier da poter aggiungere a piacimento
Contro:
- art-style un po’ blando
- varietà di boss e nemici non elevatissima