Alla ricerca di un libro che mi ricordasse in qualche modo uno dei miei titoli preferiti di tutti i tempi, “Guida galattica per autostoppisti”, mi sono imbattuto in “Slaughterhouse five” di Kurt Vonnegut.
Sono ancora piuttosto confuso dall’opera. Un racconto che riesce a mettere insieme gli aspetti più crudi della guerra con una ironia e mestizia tipici di una filosofia apatica ma consapevole. Non penso di essermi mai trovato a saltare così spesso da un sorriso divertito ad un senso di triste impotenza nell’arco di poche frasi.
Trama
Il libro narra le avventure di Billy Pilgrim, un soldato americano che ha partecipato alla seconda guerra mondiale, e che, a causa di un incidente, si distacca dal flusso temporale che tutti noi conosciamo, trovandosi a vivere contemporaneamente ogni istante della sua vita, passato, presente e futuro.
La conoscenza di ciò che avverrà, e di come il fato è ineluttabile, lo rende un personaggio incomprensibile a chiunque gli stia intorno.
In quanto unico umano conscio del destino suo e dell’intera realtà, Billy si trova privato dell’illusione del libero arbitrio a cui siamo tanto legati.
Nessuna azione o scelta ha alcuna importanza ai suoi occhi e a quelli delle creature aliene, i Tralfamadoriani, anch’essi liberi dalle catene del flusso del tempo.
Nelle pagine che compongono il libro ci si trova a seguire le vicende che hanno caratterizzato la vita di Billy, che tendono spesso a ruotare alla sua esperienza di prigioniero di guerra, culminata con il bombardamento di Dresda.
Del resto, cosa c’è di più assurdo del contrasto che emerge fra la filosofia che suo malgrado si è trovato ad adottare e la realtà della guerra, così difficile da metabolizzare se non con un distacco reso più facile dall’ironia e dall’apatia, ultimi baluardi contro follia e disperazione.
Considerazioni
Trovo davvero difficile inquadrare questo libro.
Il tipo di ironia utilizzato, tagliente e senza troppi fronzoli ma con semplici ed eleganti simbolismi è il modo che preferisco per esprimere qualsiasi concetto, da episodi divertenti a pesanti considerazioni sulla realtà che ci circonda.
Kurt maneggia questo strumento con sapiente cura e maestria, riuscendo a far risaltare l’incredibile idiozia della guerra e delle sue conseguenze sulle persone che vi vengono coinvolte in maniera al contempo leggera e facile da seguire ma anche estremamente cruda, che non si esime dal mostrare la realtà per quella che è.
Per mia natura trovo difficile empatizzare a fondo con situazioni così diverse dalle mie esperienze.
Nonostante ciò, non credo di essere mai stato esposto ad un’opera in grado di eviscerare così bene la questione ed esprimere un così sincero e chiaro sentimento anti-militarista giustificandolo attraverso descrizioni anziché arringhe.
Frasi
- “You know what I say to people when I hear they’re writing antiwar books?” someone asks early in the novel. “I say, ‘Why don’t you write an anti-glacier book instead?‘”
- Americans, like human beings everywhere, believe many things that are obviously untrue
- That’s one thing Earthlings might learn to do, if they tried hard enough: Ignore the awful times and concentrate on the good ones
- All moments, past, present and future, always have existed, always will exist
- It was a movie about American bombers in World War II and the gallant men who flew them. Seen backwards by Billy, the story went like this: American planes, full of holes and wounded men and corpses took off backwards from an airfield in England. Over France, a few German fighter planes flew at them backwards, sucked bullets and shell fragments from some of the planes and crewmen. They did the same for wrecked American bombers on the ground, and those planes flew up backwards to join the formation.
The formation flew backwards over a German city that was in flames. The bombers opened their bomb bay doors, exerted a miraculous magnetism which shrunk the fires, gathered them into cylindrical steel containers, and lifted the containers into the bellies of the planes. The containers were stored neatly in racks. The Germans below had miraculous devices of their own, which were long steel tubes. They used them to suck more fragments from the crewmen and planes. But there were still a few wounded Americans though and some of the bombers were in bad repair. Over France though, German fighters came up again, made everything and everybody as good as new.
When the bombers got back to their base, the steel cylinders were taken from the racks and shipped back to the United States of America, where factories were operating night and day, dismantling the cylinders, separating the dangerous contents into minerals. Touchingly, it was mainly women who did this work. The minerals were then shipped to specialists in remote areas. It was their business to put them into the ground, to hide them cleverly, so they would never hurt anybody ever again - And so it goes…