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Ignoranza

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Ignorance is bliss (?)

Chissà se il karma esiste veramente. Onestamente ho i miei dubbi, ma se dovessi scegliere una prova a favore sarebbe sicuramente il perverso potere che ha l’ignoranza sulle nostre vite.

Si dice che le persone più felici siano quelle più ignoranti, e non è difficile capire il motivo. Man mano che acquisiamo più controllo sulla nostra vita, iniziamo a comprendere quanto poco le nostre azioni possano influenzare il mondo che ci circonda e cambiarlo per il meglio.
Ma persino nello sciagurato caso in cui si raggiunge un livello di “successo” tale da permettere di avere un impatto percepibile sulla nostra vita, è praticamente certo che tale traguardo è stato raggiunto con un copioso dispendio di forze, tempo ed energie. Nessuno si mette mai a contare quanti sacrifici sono necessari per raggiungere un obiettivo. Si tende a valorizzare la meta, ignorando o nascondendo il più possibile il percorso che ci ha portato lì.
E non solo la strada è irta e scoscesa, ma la meta non è che un nuovo stato di instabilità, che richiede un nuovo e costante sforzo per mantenere, senza contare la paura e le paranoia che il solo pensiero di perdere ciò che si è conquistato con tanta fatica provoca.

Questo è il sadico ma sublime paradosso che vi troviamo a vivere. L’ignoranza è spesso definita come la causa di tutti i mali, e mi sono sempre trovato d’accordo con questa affermazione.
Tuttavia, pensandoci più a fondo, sembra che l’ignoranza sia anche l’unico stato in cui si possa trovare un po’ di pace, tranquillità e felicità. Il non conoscere la nostra insignificante posizione nel mondo, il non preoccuparsi di ciò che verrà dopo, di come mantenere ciò che si è costruito. Il fregarsene altamente degli altri, delle loro opinioni e dei loro sentimenti.
Inizio a credere che questo è quanto di più vicino alla felicità si possa arrivare.

Eppure, la sola idea mi continua a fare schifo.
Conoscere è forse l’aspetto più bello della nostra vita. È chiaramente uno sforzo destinato a fallire. Non abbiamo nemmeno il tempo necessario a conoscere tutto lo scibile attuale, figuriamoci quello futuro.
Nonostante questo, la curiosità è sicuramente in grado di motivarci più di tanti altri ideali. Quantomeno, è ciò che sento io.

Quindi qual è la soluzione? Quale il compromesso a cui bisogna giungere? Dove si trova il punto di equilibrio fra curiosità, impegno, potere e la tanto agognata felicità?
Mi piacerebbe davvero tanto saperlo.
Forse la capacità di accontentarsi ed accettare questa folle realtà è la chiave.