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Geralt (Santa Teresa) Di Rivia

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Originale su spotted

True story. Una volta l’incontrai nel sottopassaggio che collega via Roma con la Nazionale. Era una notte buia e tempestosa, e faceva molto freddo.
Non appena lo vidi, non credetti ai miei occhi. Gli chiesi:
“Sei tu, Geralt di Rivia, personaggio protagonista del videogioco RPG fantasy “The Witcher”™️ ispirato all’omonima serie di romanzi?”
Lui, magnanimo, mi rispose:
“Si, sono proprio io, Geralt di Rivia, personaggio protagonista del videogioco RPG fantasy “The Witcher”™️ ispirato all’omonima serie di romanzi. Piacere di conoscerti.”
Poiché aveva anche iniziato a nevicare, evento estremamente raro per una località balneare, accaduto l’ultima volta nel 2014, e prima ancora nel 1959, il magnifico uomo scese da cavallo e mi chiese con gentilezza:
“Hai bisogno che ti accompagni? Eravamo qui con il mio fidato destriero per ammirare i famosi murales del sottopassaggio, e dopo aver constatato che fanno anche più schifo di quanto mi fosse stato detto, sono soddisfatto. Non mi costa nulla fare un po’ di strada con te.”
Enormemente onorato, acconsentii. Camminammo in silenzio, inizialmente. La nevicata si era trasformata in un uragano, e sentivo i freddi venti di Scirocco staccare i millepiedi dal soffitto del sottopassaggio, facendoli cadere sulla pavimentazione composta in equal misura da mattonelle e gomme da masticare solidificate.
Trovando il coraggio necessario, e alzando la voce per sovrastare il rumore del vento, gli chiesi:
“Ma cosa ti porta da queste parti? È forse la nuova bandiera blu 🔵, vanto di questa cittadina?”
E lui, egregio, mi rispose:
“No, te l’ho detto prima, volevo conoscere il significato di “contrario di arte” che solo questi murales trascurati mi potevano donare. Ma ora che me l’hai detto, ti prometto che un giorno tornerò qui, in estate, con il mio fedele destriero, a passeggiare per il lungomare e farmi paparazzare da un povero universitario, che non ha avrà niente di meglio da fare che postare il tutto su Spotted DMI™️”
Sorpreso da cotanta preveggenza, mi richiusi nuovamente nel mio silenzio. Sentivo intanto i sommessi boati delle bombe atomiche che cadevano a qualche kilometro di distanza. Il fallout radioattivo ci ricopriva entrambi, donando all’ambientazione un dolce bagliore verdastro. Arrivato all’uscio di casa, non sapendo se l’avrei mai rivisto, gli domandai:
“Vuoi vedere il covo CDS™️?”
Forse la domanda, così diretta, gli sembrò un po’ inopportuna, perché, immenso, mi rispose:
“No, non mi piacciono gli acronimi”.
Annuii, anche se un po’ ferito nell’orgoglio, mentre lo guardavo allontanarsi e schivare con grazia l’onda d’urto provocata dall’asteroide che aveva mancato di poco le nostre teste.
Non potrò mai dimenticare quella serata, e spero che un giorno accetterà il mio invito e giocheremo a Dota insieme, 5vs5, evento che UN CERTO MUCRO cerca di organizzare da tempo, senza troppo successo.