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Furi

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Su consiglio di un amico, e sapendo che qualcuno che non deve essere nominato ha preferito droppare il gioco dopo i primi scontri, ho fatto vincere la mia curiosità e ho deciso di provare Furi.
Non ho mai disdegnato una sfida, finché questa è divertente e non troppo frustante, e devo ammettere che Furi ha superato le mie aspettative. Il gioco è un mix di hack and slash e bullet hell, con una visuale isometrica 3D e in cui l’attività principale è quella di sconfiggere una serie di boss molto variegati, separati da lunghe passeggiate, fatte accompagnati da un coniglio con le abilità di teletrasportarsi di Sans. La mia preoccupazione iniziale, avendo visto qualche streaming su Discord, era che le varie fasi delle bossfight fossero davvero troppo lunghe. Avendo la fama di essere un titolo difficile, il solo pensiero di dover grindarle per ore mi faceva storcere il naso. Tuttavia, all’atto pratico, sono stato piacevolmente colpito. Innanzitutto, la maggior parte degli scontri può essere battuta in ben pochi tentativi, e con un po’ di maestria e conoscenza, anche le fasi non sono poi così lunghe. Cosa ancora più importante, il tipo di sfida che il gioco propone è appagante e il tempo vola via senza che ce ne si accorga.
Superato questo, che è senza dubbio l’aspetto fondamentale in questo tipo di esperienze, il gioco si presenta con un’estetica davvero particolare e unico, stereotipato e original al tempo stesso. La colonna sonora è calzante e incalzante, accompagnando perfettamente l’azione che avviene a schermo.
È chiaro che il team che ha sviluppato Furi ha avuto una visione ben precisa di quello che voleva realizzare, e non ha fatto compromessi, anche quando questi avrebbero potuto migliorare l’esperienza ai giocatori. Fra le scelte più discutibili c’è l’essere costretti a ricominciare da capo il gioco dopo aver completato un finale segreto (esperienza traumatica che ho vissuto in prima persona, ma che ho aggirato con un salvataggio trovato su internet) e l’essere costretti a sorbirsi le lunghissime passeggiate mal animate in ambienti anche parecchio suggestivi tra uno scontro e l’altro. Passeggiate che avrebbero potuto tranquillamente essere cutscenes skippabili, anche se ammetto ciò avrebbe inficiato un po’ l’estetica e il mood che il gioco vuole trasmettere.
Anche la storia mi sembra un po’ una scusa per l’azione che si svolge invece che qualcosa di ben strutturato e profondo, ma a dire il vero ciò non rappresenta davvero un problema. In ogni caso, dopo circa 6 ore per battere tutti i boss della storia principale e un po’ di più per includere anche “The Flame”, mi ritengo davvero soddisfatto.

Alla luce della mia esperienza, il paragone con Eldest Souls è inevitabile. Entrambi i giochi presentano una struttura molto simile, con un gameplay incentrato su bossfight impegnative e una direzione artistica inattaccabile. Per gusto personale, però, penso che Eldest Souls mi abbia convinto un po’ di più, senza che questo nulla tolga al valore di Furi. Innanzitutto, perché preferisco una pixel art molto pulita ad una telecamera 3D a tratti imprevedibile. In secondo luogo, perché ho avuto la sensazione che i boss di Eldest Souls fossero più puzzle da risolvere, mentre quelli di Furi sono più una mera questione di riflessi e abilità.


In breve:

Furi è un gioco impegnativo ma molto appagante. Nonostante non sia la cosa più originale del mondo, riesce a distinguersi per la sua estetica e il suo gameplay con una identità ben definita. Sopra ogni cosa, il gioco e divertente e riesce a tenere incollati allo schermo per ore, senza che ci si accorga del tempo che passa. Sicuramente non adatto a chi non ama questo genere di sfida, ma assolutamente consigliato a chi invece non vede l’ora di mettere alla prova la propria bravura nel fare parry a qualsiasi cosa di muova.


Pro:

  • sfide impegnative ma appaganti
  • sistema di tentativi multipli giusto
  • combat system non troppo complesso e dall’ottimo feedback
  • visione artistica e gameplay sono il focus del design dall’inizio alla fine
  • ottima colonna sonora

Contro:

  • schivata che non mi ha convinto del tutto
  • storia davvero solo di contorno
  • camminate non skippabili tra uno scontro e l’altro