Dopo la rivelazione che, per me, è stato il primo capitolo della serie, appena ho potuto ho colto l’occasione per tuffarmi a capofitto in quello che dovrebbe esserne il seguito. L’impatto mi ha davvero spiazzato, non proprio in maniera positiva, e, con il tempo, ho finalmente capito perché. Ciò che, secondo me, rende ds2 un “caso” così particolare (vi invito ovviamente a farvi un giro e sentire opinioni esterne alla mia) è che questo titolo si è reso colpevole di aver violato il detto “if ain’t broke don’t fix it”: nel tentativo di limare il più possibile le mancanze del primo (e si vede), sono state stravolte tante meccaniche che caratterizzavano proprio il combat system del primo gioco, mantenendone l’aspetto ma cambiandone molto la sostanza, e purtroppo con un risultato che il più delle volte è, anche se non necessariamente negativo, inferiore al primo. Ovviamente l’unico modo per capire davvero quello che intendo è giocare entrambi i titoli e giudicare da voi.
Ciononostante, come ho detto prima, i miglioramenti sono tanti, e, tutto sommato, l’esperienza è pienamente soddisfacente. Volevo solo mettere in guardia chi, da questo titolo, si aspettava un “more of the same”, perché troverà qualcosa di diverso, ma che comunque ritengo valido, a modo suo.
In breve:
molto consigliato a chi apprezza i giochi di ruolo e ha abbastanza (e si parla davvero di MOLTA) pazienza e non si lascia scoraggiare facilmente. Il gioco richiede una attenzione costante, in quanto farsi sfuggire anche un piccolo dettaglio può risultare in un completo smarrimento, sia dal punto di vista della storia che nel proseguimento del gioco. Ma anche in questo sta la soddisfazione che si ottiene da ogni avversità superata.
Pro:
- la possibilità, comodissima, di teletrasportarsi fra i falò sin dall’inizio del gioco
- un’abbondanza (a volte effettivamente un po’ esagerata) di falò, anche molto vicini ai boss più insidiosi, previene le frustranti lunghe camminate per raggiungere il boss ad ogni tentativo fallito che caratterizzavano il primo capitolo
- un setting a dir poco fenomenale, migliorato per quanto riguarda l’impatto grazie ad una grafica tecnicamente superiore, sia nei luoghi che nelle creature che li abitano, sempre diverse e curate
- una personalizzazione del personaggio (dal punto di vista del gameplay, non “grafico”) davvero profonda e che permette di divertirsi con lo stile di gioco preferito, ancora più ampio del primo per quanto riguarda le build “magiche”
- un gameplay comunque solido e divertente, che, finché gestito correttamente, non è troppo frustrante, ma al contrario, sa essere appagante
- una mappa enorme e diversificata, tutta da esplorare, ma…
Contro:
- la mappa, per quanto bella, non regge il confronto con quella del primo, che presentava una topografia costruita in maniera tale da collegare letteralmente ogni zona, al contrario di questa, che assomiglia più ad una ragnatela, con lunghi “corridoi” che partono da un hub centrale
- di nuovo, con un setting così ben fatto, è un po’ un peccato che non abbia trovato un compendio o comunque una raccolta che elenchi le creature e le loro caratteristiche, i luoghi e la loro storia. Quello che si apprende dalle descrizioni è fin troppo poco (per me) e molto frammentario. Avrei preferito una fonte completa e coesa
- uso e abuso di scontri in cui si è in costante svantaggio numerico, a volte anche molto grave. In un combat system chiaramente inteso per l’1 contro 1 e che in queste condizioni sa essere molto appagante, scontrarsi con più nemici contemporaneamente è un handicap che si sente moltissimo, e diventa frustrante molto presto