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Dark Souls 2: Scholar of the First Sin

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Dopo la rivelazione che, per me, è stato il primo capitolo della serie, appena ho potuto ho colto l’occasione per tuffarmi a capofitto in quello che dovrebbe esserne il seguito. L’impatto mi ha davvero spiazzato, non proprio in maniera positiva, e, con il tempo, ho finalmente capito perché. Ciò che, secondo me, rende ds2 un “caso” così particolare (vi invito ovviamente a farvi un giro e sentire opinioni esterne alla mia) è che questo titolo si è reso colpevole di aver violato il detto “if ain’t broke don’t fix it”: nel tentativo di limare il più possibile le mancanze del primo (e si vede), sono state stravolte tante meccaniche che caratterizzavano proprio il combat system del primo gioco, mantenendone l’aspetto ma cambiandone molto la sostanza, e purtroppo con un risultato che il più delle volte è, anche se non necessariamente negativo, inferiore al primo. Ovviamente l’unico modo per capire davvero quello che intendo è giocare entrambi i titoli e giudicare da voi.

Ciononostante, come ho detto prima, i miglioramenti sono tanti, e, tutto sommato, l’esperienza è pienamente soddisfacente. Volevo solo mettere in guardia chi, da questo titolo, si aspettava un “more of the same”, perché troverà qualcosa di diverso, ma che comunque ritengo valido, a modo suo.


In breve:

molto consigliato a chi apprezza i giochi di ruolo e ha abbastanza (e si parla davvero di MOLTA) pazienza e non si lascia scoraggiare facilmente. Il gioco richiede una attenzione costante, in quanto farsi sfuggire anche un piccolo dettaglio può risultare in un completo smarrimento, sia dal punto di vista della storia che nel proseguimento del gioco. Ma anche in questo sta la soddisfazione che si ottiene da ogni avversità superata.


Pro:


Contro: