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Blasphemous

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Blasphemous è un gioco che è riuscito a sorprendermi. Si tratta di un titolo tutto sommato semplice, un metroidvania tosto con un gameplay schietto, uno stile molto peculiare e nessuna voglia di scendere a compromessi.
Ben presto si capisce che l’impegno richiesto per portare a compimento le sfide che il titolo offre non è affatto banale. Fra le meccaniche più punitive, la scelta di rendere ogni caduta i burroni o spine un game over istantaneo, che obbliga il giocare a ripartire dall’ultimo checkpoint. In questi casi, la distanza che è necessario ripercorrere per tornare dove si era arrivati precedentemente può essere anche piuttosto lunga, costellata di nemici e trappole pericolose.
Non è difficile da credere che con delle premesse del genere il gioco possa diventare frustrante. Tuttavia, la scelta saggia compiuta dagli sviluppatori ripaga la scommessa. Sebbene avrei sicuramente gradito qualche quality of life in più, posso dire che in generale muovermi nelle mappe, anche considerando il backtracking tipico del genere, si è rivelato piuttosto piacevole.
Persino alcuni boss, soprattutto quelli che mi hanno dato più filo da torcere, sono stati un piacere da affrontare. A proposito di boss, il gioco offre una varietà di sfide e meccaniche che è riuscita a stupirmi. Ridurre il backtracing e le cutscenes di presentazione avrebbe ridotto il tempo perso fra tries successivi, ma si è trattato sempre di intervalli accettabili. Non siamo certo al livello del primo Dark Souls.
Ciò che mi ha creato più problemi, all’inizio, sono state le opzioni di movimento e di attacco che il giocatore ha a disposizione. L’unica modalità di movimento rapido è uno scatto che concede una invulnerabilità parziale solo ad alcuni tipi di attacchi e che permette di attraversare indenne solo nemici di piccole dimensioni. Come se non bastasse, la mossa in questione non può essere eseguita in aria, e ha, a parer mio, un cooldown piuttosto lungo. Abituato a abilità simili ben più potenti e versatili, sono state parecchie le occasioni in cui il mio istinto mi ha giocato un brutto scherzo, facendomi impattare di faccia contro un proiettile che avrebbe sancito la mia fine.
Come ogni buon rappresentante del genere, Blaspemous offre moltissimi segreti, collezionabile potenziamenti opzionali nascosti nella mappa. Esplorandola con cura si ha la possibilità di affrontare il resto del gioco ben più preparati. Sebbene generalmente un approccio molto hands off da parte del gioco non mi dispiaccia, ammetto che forse un po’ di suggerimenti in più rispetto al funzionamento o ubicazione di alcuni elementi cardine avrebbe migliorato la mia esperienza. Giusto per rendere l’idea, sono arrivato al boss finale della campagna principale senza aver mai aumentato il numero di cure a mia disposizione.
Per finire, devo dire di essere un po’ in conflitto per quanto riguarda la conduzione artistica del titolo. Da un lato, le animazioni, i modelli e le texture in game sono davvero ben fatte, attraverso uno stile che troverei difficile individuare altrove. Dall’altro, le cutscenes, forse a causa dello zoom maggiore, mi hanno sempre fatto una pessima impressione, come se si trattasse di qualcosa realizzato in paint.
Non posso dire di aver seguito troppo la trama: forse a causa del linguaggio aulico, forse a causa dei tanti personaggi e leggende, forse per il mistero che il gioco cerca di mantenere, spesso ho agito senza avere chiaro le mie motivazioni.


In breve:

Blasphemous è un metroidvania nudo e crudo, che non scende a compromessi. Il gameplay è piuttosto semplice, ma la creatività nei nemici, ed in particolare nei boss, fa si che non diventi ripetitivo. La difficoltà è decisamente sopra la media, il che mi porta a sconsigliare questo titolo a chi troverebbe frustrante dover ripartire dall’ultimo checkpoint dopo ogni morte. Perché credetemi, di morti ce ne saranno parecchie.


Pro:


Contro: